Lotus Birth: nati con la placenta.
Il parto naturale per eccellenza.

lotus birth

“Accettata” la gravidanza decidiamo come gestirla al meglio

Iniziamo col dire che in tutto quello che faccio (o quasi), comunque nelle cose non superficiali (come avere un figlio) cerco di metterci un po’ di spiritualità: che le cose siano fatte sia di strada rossa che blu (mondo e spirito), quindi ecco che iniziano le mille letture di come poter mandare energia positiva al mio S. A. (soprannominato così, in quanto ancora Soggetto Asessuato) e farlo venire al mondo nel migliore dei modi, cercando di preparare anche me nel migliore dei modi…

Poco tempo prima della data X, mi sono ritrovata a pensare al CORDONE OMBELICALE: donarlo? mmhhhh, no: è roba sua, perché donarlo? al massimo lo teniamo/congeliamo… allora inizio a cercare nel magico mondo del web e scopro che in Svizzera e a San Marino esistono “banche private” dove poter congelare il cordone ombelicale del proprio bambino e, in caso di bisogno, si può prendere ed utilizzare.

Il CORDONE OMBELICALE è ricco di vasi sanguigni e cellule staminali.

Più faccio ricerche e più scopro dell’importanza del cordone: il cordone è anche il respiro del bambino per tutti i 9 mesi.

Donarlo (o conservarlo per lui), vorrebbe dire reciderlo entro pochi secondi dalla sua venuta al mondo e qualcosa “a pancia” non mi piaceva. Caspita è “roba” sua, l’ha accompagnato per 9 mesi: tagliarlo così in fretta è giusto? Ma, se è “roba” sua ed così ricco di effetti benefici, perché devo reciderlo prima del tempo per poi conservarlo? Che ragionamenti strano è? 

WTF
Così continuo le mie ricerche ed ecco che mi imbatto nel LOTUS BIRTH… cosa sarà mai questa stranezza? Ecco, in poche parole è quello che, nella mia testa, era più logico e naturale: NON STACCARE IL BAMBINO DAL SUO CORDONE NE’ TANTOMENO STACCARLO DALLA SUA PLACENTA: COLEI CHE LO HA NUTRITO PER 9 LUNGHI MESI, un po’ come fosse la sua sorellina maggiore ♻

Prendo quindi la decisione di non donare né congelare il cordone, ma di tenerlo attaccato; nello stesso tempo però NON volevo partorire in casa, infatti una delle clausole del Lotus è proprio quella di partorire nell’intimità domestica, ma non me la sono sentita per mille motivi…

Eccomi quindi, ancora, a fare una nuova ricerca: un ospedale che non fosse in culandia dove poter fare l’agognato Lotus Birth… trovato: a Lodi!!! Lì ho conosciuto la mitica ostetrica Gisella che mi ha seguita nell’ultimo mese e durante il parto come un angelo.

Alla fine ho fatto un “mezzo lotus”, cioè non ho tagliato subito il cordone, ma dopo un’oretta e chiedendo direttamente a Vincenzo se fosse stato pronto per staccarsi dalla sua “sorellina”, lui DAVVERO (c’era anche mio marito in sala parto) ha tolto la smorfia che aveva sul viso per farne una serena e così il suo papà ha tagliato il cordone!  Ed eccoci qui, tutti e 3 ad iniziare una nuova vita insieme!
Ci tengo a precisare che tutte le decisioni prese, sono state valutate in due! Non ero alle prese con le mie pazzie, ma con un uomo accanto sempre disposto ad ascoltare e mediare! ♥

Oltre al sito lotus birth dove si possono avere un po’ di informazioni di base e, per chi volesse approfondire di più l’argomento, c’è anche il libro specifico che consiglio di leggere.
lotus-birthLIBRO
LOTUS BIRTH: IL PARTO INTEGRALE – Nati con la Placenta!
Trama: “Lotus Birth” è un termine coniato nel 1979; è un metodo di parto che si va affermando nel mondo intero, una pratica antica che consiste nel non recidere il cordone ombelicale e nel lasciare il bambino collegato alla placenta dopo il secondamento, fino al distacco spontaneo, da tre a dieci giorni dopo la nascita. Il feto e la placenta si formano dalla stessa cellula, quindi sono una cosa sola; se non separato artificialmente da questa parte di sé, il neonato godrà di un sistema immunitario più robusto, perché tutta la forza vitale contenuta nella placenta e una considerevole quantità di sangue potranno essergli trasmesse compiutamente attraverso il cordone. Anche i bambini che nascono con il cesareo possono beneficiarne.

 

 

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